L'ora della rifonna universitaria si avvicina. Molti la attendono. Le opinioni sono molte. Il problema di come procedere si presenta così arduo. Tuttavia il processo di riforma non è eludibile, come è già stato sottolineato da molti. Prima domanda: quale riforma per quale Paese? Comunque si pensi, il Paese sta cambiando e cambierà ancora molto. Una riforma ha effetti a breve ed a lunga scadenza. Battaglie di parte con obiettivi incoerenti, in momenti successivi, possono portare a morte il Paese.
Ciò ha una chiara conseguenza: che la battaglia su un unico schema di riforma rischia di aumentare tensioni e non produrre risultati. D'altra parte la esigenza di riforma è ineludibile. Da troppi anni la università ha preso sé stessa, le proprie personalità ed Istituzioni come modello di riferimento. I risultati sono ben visibili. La piccola e media impresa non ha mai avuto contributi (di questo i governi non sono responsabili). La industria grande vive separata ed al più assume. I migliori non hanno la possibilità di trovare spazi di sviluppo ticonosciuti. Mentre il costo della Università grava su tutta la comunità. Le vie per la Riforma tuttavia non mancano: mettere le Università sotto il traino di risorse umane fresche (Ministeri, Regioni, Comuni, Rappresentanze di Settori economici) con una maggìor presenza politica sugli obiettivi. Mentre la accademia tornerebbe a difendere la propria Cultura Scienza Tecnologìa. Per raggiungere gli obiettivi condivisi.
di Gianni Degli Antoni, docente di Informatica applicata all'università Statale di Milano
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