giovedì 29 marzo 2007

Università, quando scocca l'ora della riforma

L'ora della rifonna uni­versitaria si avvicina. Molti la attendono. Le opinioni sono molte. Il pro­blema di come procedere si presenta così arduo. Tuttavia il processo di riforma non è eludibile, come è già stato sot­tolineato da molti. Prima do­manda: quale riforma per quale Paese? Comunque si pensi, il Paese sta cambiando e cambierà ancora molto. Una riforma ha effetti a breve ed a lunga scadenza. Battaglie di parte con obiettivi incoerenti, in momenti successivi, posso­no portare a morte il Paese.
Ciò ha una chiara conseguen­za: che la battaglia su un uni­co schema di riforma rischia di aumentare tensioni e non produrre risultati. D'altra par­te la esigenza di riforma è ine­ludibile. Da troppi anni la università ha preso sé stessa, le proprie personalità ed Isti­tuzioni come modello di ri­ferimento. I risultati sono ben visibili. La piccola e media impresa non ha mai avuto contributi (di questo i governi non sono responsabili). La in­dustria grande vive separata ed al più assume. I migliori non hanno la possibilità di trovare spazi di sviluppo ti­conosciuti. Mentre il costo della Università grava su tutta la comunità. Le vie per la Ri­forma tuttavia non mancano: mettere le Università sotto il traino di risorse umane fre­sche (Ministeri, Regioni, Co­muni, Rappresentanze di Set­tori economici) con una mag­gìor presenza politica sugli obiettivi. Mentre la accademia tornerebbe a difendere la pro­pria Cultura Scienza Tecnolo­gìa. Per raggiungere gli obiet­tivi condivisi.

di Gianni Degli Antoni, docente di Informatica applicata all'università Statale di Milano

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